- Giro tra le bancarelle stracolme di maglie, ciabatte, saponi, lenzuola
- Niente attira la mia curiosità, il mio sguardo è assente
- Ho deciso: oggi non è giornata, torno a casa
- Poi nell'angolo più remoto della piazza vedo un piccolo banco di vendita, un tavolo con una tovaglia bianca
ricamata a mano e sopra tante buste trasparenti contenenti ... non so! Ma qualcosa mi dice che forse mi
potrebbe interessare. Deformazione professionale, potrei dire! Ma, no! E' quella famosa "molla" che mi
scatta e mette in moto la mia volontà
- Mi avvicino al banco e noto con piacere che si tratta di farina, ma non la classica farina
- E' lì che mi aspetta, la prendo in mano e la guardo; non necessitano parole, riaffiorano i ricordi mescolati
ai profumi e ai sapori anche se ormai tutto è sbiadito dal tempo
- Il mio cuore sorride: finalmente, la farina di fave
- Velocemente con la mia bicicletta mi dirigo verso casa e già, con la fantasia, mi pregusto i miei tacconi ...
scusate! Volete favorire?
TACCONI o BATOC: ricetta della cucina marchigiana
Gli attrezzi necessari per ottenere degli ottimi tacconi sono:
el schiador detto anche rasagnol
la radmatra: spatola di ferro con manico ricurvo che serve per raschiare la "panara"
el curtel e la panara
Ecco l'attrezzo principale: le mani in pasta o ciò che io chiamo la volontà di fare
Ingredienti per i tacconi
gr. 200 di farina di frumento
gr. 200 di farina di fave
acqua tiepida
Ingredienti per il sugo
Cipolla
olio
pomodori freschi
prezzemolo
sale e pepe a mulinello
Impastiamo le due farine con acqua tiepida fino ad avere un impasto morbido e compatto. Tiriamo una sfoglia sottile e lasciamola leggermente ad asciugare. Arrotoliamola e tagliamola come facciamo solitamente per le tagliatelle ottenendo i tacconi marchigiani, che si differenziano dai batocchi per la forma. In realtà questi ultimi sono dei quadrati di 2 o 3 centimetri.
Ora la pasta è pronta per essere cotta in abbondante acqua salata mentre nel frattempo prepariamo un semplice sugo con i pomodori freschi che uniremo alla pasta appena scolata. Ci tengo a far notare che, per tradizione, durante le vigilie, viene usato un condimento a base di noci e acciughe.
Indubbiamente questo piatto ha un origine povera, legata alla tradizione culinaria del mondo contadino. La maggior diffusione presumo che sia avvenuta durante il periodo della mezzadria, quando i nostri terreni erano coltivati a frumento di grano e parte del ricavato andava al padrone mentre il resto rimaneva per il sostentamento della famiglia e per pagare i debiti e gli oneri. Il grano era quindi un bene supremo e il timore di rimare sprovvisti spingeva i contadini e soprattutto le massaie verso l'impiego di farine alternative come quella di fave. Da qui con il tempo si è trovato il giusto rapporto tra la farina di frumento e quella di fave in modo da ottenere un prodotto gustoso e nutrizionalmente valido: i tacconi
Buon appetito!
Con questa ricetta partecipo al contest ideato dal blog La cultura del frumento relativo alle paste regionali